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Marino Gabriele

VITA

Gabriele Marino è nasce a Torretta di Crucoli (KR) il 5 febbraio del 1966. Si è diplomato presso il liceo scientifico di Cariati (CS) ed ha fatto parte di un gruppo musicale come tastierista e paroliere, nonché di una compagnia teatrale sorta in seno al "Gruppo giovanile cattolico" di Torretta, frazione di Crucoli, dove per 10 anni è stato organista della chiesa. Si è trasferito per un breve periodo a Milano per gli studi e, successivamente, ha incontrato Elisa che è diventata sua moglie, dalla quale ha avuto un figlio di nome Francesco. E' in servizio nella Guardia di Finanza di Pesaro Urbino.

OPERE EDITE e POETICA

I riconoscimenti per le poesie scritte, fatte leggere inizialmente solo agli amici più intimi, cominciano ad arrivare nel 1991 quando viene premiato per la lirica "Il volo dei gabbiani", dallo Studio Culturale Club "Giòemis" di Roma, nel corso dell'apposita cerimonia tenutasi in Campidoglio il 23 novembre 1991.

Spinto dal consenso e dal successo ottenuto pubblica nel 1992 il volume intitolato "Diario segreto (ma non troppo) di uno qualunque" edito da "Adriatica Editrice", Ancona, dedicato ai genitori Francesco e Gilda. Si tratta di una raccolta di liriche che svelano l'indole sensibile, genuina dell'autore per il quale "Poesia è il dir semplici/ le cose complicate,/ il parlare diretto al cuore/ all'emozione della gente/ è capire e far capire/ il bisogno di sognare/ l'importanza del sapere,/ la bellezza del pensare,/ poesia è per sempre, per continuare …" (da "Poesia è").

Nel "Diario" si trovano liriche dettate dalle esperienze vissute, pervase di nostalgia e malinconia, dal desiderio di non rimanere solo…Non lasciarmi solo; / non adesso …/ No, non dire "vado via" …/ dammi qualcosa di te: un sorriso, una carezza, uno sguardo…/ qualcosa di te. (da "Qualcosa di te"), poesie che traggono spunto dall'entusiasmo del giovane liceale, "ragazzi decisi, sicuri di sé/ che guardano il mondo così com'è/ pronti a seguire una strada/ che ancora fine non ha…, come si legge nelle parole di "Caro Liceo" e da "Lettera all'amore" che introduce la raccolta. L'amore è, infatti, un sentimento che ha un posto determinante per l'autore: amore inteso come capacità di commuoversi "davanti ad un tramonto, di sorridere quando un bimbo gioca, amore per la donna sognata, cercata, trovata.

Elisa, appunto, musa ispiratrice di buona parte della produzione letteraria, e specificatamente di "Nei tuoi occhi", "Il mio caro angelo", " Cercando", "Amore Mio", "Voglio da te".

Poesia che parla di sentimenti, dello sconforto che assale in "Certi Momenti", della speranza e certezza che "Non sarà sempre notte" e, ancora, di amore sofferto e gridato per la propria terra "Stretta tra i due mari / stretta nel mio cuore/ Terra bella / e di gente generosa / sempre più sola ... / Terra infuocata / terra ferita / dai tuoi figli abbandonata ... (da Terra Mia) e per il mar Jonio: mi manca il calore / del mio mare/ mi manca l'odore / della mia gente/ mi manca il colore. (da E' bello il mare al mio paese).

Nel 1993, l'autore risulta vincitore del "Concorso Letterario" per composizioni in versi sul tema "La mia Terra" indetto dallo stesso Studio Culturale Club "Giòemis" per le Forze di Polizia, con ritiro del premio presso la Sala Protomoteca del Campidoglio, in Roma, alla presenza di autorità militari, civili e religiose. Nel 1994, la casa editrice "Gruppo Seven Program" di Pesaro ha curato la ristampa del "Diario" pubblicandolo con il titolo "Le stanze della memoria" nella quale compare la lirica dal titolo omonimo.

Parte del ricavato della vendita della ristampa è andato alla "O.P.U.S. (Opera promozione umana e sociale) Casa amica" di Torretta rientrante nell'Archidiocesi di Crotone S. Severina che, come si legge in copertina, a firma del parroco di Torretta, Don Gennaro Cosentino, è sorta e rientra in un progetto che ha lo scopo di accogliere ed assistere gli orfani in difficoltà. Marino, mosso dalla sensibilità che lo contraddistingue come uomo oltre che come poeta, ha voluto devolvere all'istituto per l'accoglienza dei bambini orfani del suo paese d'origine gran parte dei diritti d'autore. Di questa valida iniziativa ha parlato la stampa, ("Il Corriere del Sud" ed "Il Crotonese").

Nell'ambito del VII Concorso Nazionale di poesia riservato alle Forze Armate, viene premiato per la lirica "Al focolare" che rientra nella silloge "Le stanze della memoria" ottenendo il terzo posto assoluto, nell'anno 1996 dallo Studio Culturale Club "Giòemis". La cerimonia si è svolta il 13 aprile del 1996 presso il Museo Storico della Caserma "Arpaia" della Cecchignola di Roma e l'autore ha ricevuto la targa ed il diploma di merito dalla presidentessa dell'associazione Giòemis, Margherita Appel, vedova di Vittorio Bachelet.

Del finanziere poeta così parla il Tenente Colonnello dottor Luigi Lilliu: Per l'esemplare comportamento tenuto sia in servizio che nella vita privata, caratterizzato da rigore morale, civile ed istituzionale, il finanziere Marino, dotato di eccellenti qualità e doti complessive, che si distingue per dedizione, eclettismo e rendimento nell'incarico d'ufficio, rappresenta un vivificante esempio per i colleghi e per l'ambiente in cui opera ed è conosciuto poiché suscita ammirazione ed è stimato e ben voluto da tutti. Numerose attestazioni gli pervengono direttamente dai lettori, che, nell'associare i meriti poetici allo status di finanziere, esprimono compiacimento anche all'indirizzo del Corpo, accrescendone il prestigio.

Varie sono le liriche dedicate alle esperienze di lavoro con le stellette, scritte alla fine della giornata quando Cala la sera/ sopra la via/ e il grande portone/ il crepuscolo avvolge/ Cala la sera/ sopra via Zongo/ e al numero dodici/ una bandiera/ viene riposta.../, (da "Cala la sera") e ... in questa notte silente/ mentre sto a scrutare il cielo/ affannoso ti cerco/tra le infinite stelle/ compagna di altre notti/ senza luce/ amante appassionata./ E tu, pallida luna/ del mio desiderio/ testimone muta/ tra poco lascerai/ - anche tu - /il posto al sole/ per l'eterno rincorrersi/ che è dei giorni/ del nostro destino.../ (da "Canto notturno di un finanziere errante della legione di Ancona").

Versi in cui traspaiono reminiscenze letterarie legate allo studio delle opere di Giacomo Leopardi, poeta vate per Marino che condivide il pessimismo cosmico, il senso del tempo (Sbarrare la strada/ al tempo.../...ingannevole utopia/ di chi cerca/ risposte invano/ mentre Lui/ scivola via...) rivisitando i "Canti" e rielaborando sensazioni provate nel leggerli in emozioni pervase, ad esempio, dalla gioia che può dare il diventare padre: S'addobbavano/ le strade per la festa./ Con lo sguardo/ cercavo/ tra le nubi/ squarci d'azzurro.../ D'improvviso/ un vagito risuonò/ per le stanze/ e illuminò la mia vita./ in un giorno d'aprile/ un fiore sbocciò/ nella primavera d'intorno./ E il cielo/ si tinse d'azzurro. (da Qualcosa d'azzurro).

Sono queste nuove pagine nelle quali si ritrovano ricordi, timori, delusioni, illusioni e certezze del liceale cresciuto e divenuto uomo, pubblicate, nel 1998, e raccolte sotto il titolo "Il tempo e l'apparenza", edito da "Libroitaliano".

Per il contenuto di quest'ultimo volume inserito nella collana "Nuova Poesia Contemporanea", che ospita importanti poeti italiani e stranieri, Marino ha ricevuto e continua a ricevere numerosi attestati di apprezzamento da parte di critici letterari.

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